La Leggenda giapponese del coniglio sulla luna

La Leggenda giapponese del coniglio sulla luna

Siamo abituati a scorgere tra le ombre e i solchi lunari, un volto, solitamente sorridente. Ma se ti dicessi che i giapponesi invece ci vedono un coniglio?

 

Proprio così, hai sentito bene e questo grazie a una leggenda, narrata nel Konjaku Monogatarishū (今昔物語集, testo risalente al XII secolo, le cui pagine sono intrise di racconti popolari asiatici, provenienti nello specifico da India, Cina e Giappone!

 

L'emozionante storia di questa leggenda giapponese, è la seguente, l'ho tradotta e adattata dall'inglese sulla base del racconto di Amy Friedman contenuto nel su Tell Me a Story: Timeless Folktales from Around the World. Vol. 2:

 

“Il Vecchio della Luna aveva l'abitudine di guardare dall'alto la Terra per capire come stessero i suoi animali e la sua gente. Sorrideva nel vederli riposare dopo una dura giornata di lavoro. Il vecchio fluttuava su fiumi e laghi, illuminando le onde e la riva. Poi, un giorno, decise di salpare verso altre terre.

 

In una notte,tanto tempo fa, il Vecchio si soffermò dal cielo su una foresta giapponese. Gli animali presenti gli sembrarono vivere in pace e armonia. Improvvisamente avvistò una scimmia, una volpe e un coniglio, che vivevano fianco a fianco. Così il Vecchio iniziò a incuriosirsi nei confronti di questi animali, desiderando di poterli conoscere meglio.

 

"Quale tra questi animali sarà la creatura più gentile?"

Si chiese mentre guardava il coniglio correre attraverso i campi. “Mi chiedo chi sia il più generoso?” Disse dolcemente mentre guardava la scimmia oscillare da un albero all'altro. "Mi chiedo come siano veramente", disse mentre guardava la zampa della volpe intenta a rifare il suo letto tra le foglie della foresta.

"Ho bisogno di saperne di più sulle mie creature".

Il Vecchio vagò ancora per un po' ma, alla fine la sua curiosità ebbe la meglio: "Devo andare a vedere di persona", disse e, poiché il Vecchio della Luna era una creatura magica, fu in grado di trasformarsi immediatamente in un povero mendicante. Indossando questo travestimento, si diresse sulla Terra.

 

Camminò per un po' attraverso la foresta, sino a raggiungere la radura nella quale vivevano la scimmia, la volpe e il coniglio. Quando le creature lo videro, lo guardarono con occhi luminosi e curiosi!

 

"Buongiorno, Signore", disse subito il coniglio. “Come state?”

 

"Benvenuto nella nostra foresta", disse la scimmia. La volpe invece si inchinò.

 

"Oh, cari amici", disse il Vecchio, poggiandosi pesantemente sul suo bastone da passeggio, "Non sto bene. Sono vecchio e povero, e ho tanta tanta fame. Pensate di potermi aiutare?”.

 

"Certo che ti aiuteremo", disse la scimmia.

 

"Aiutiamo sempre i nostri amici", confermò la volpe.

 

"Ti procureremo del cibo", aggiunse il coniglio e, senza un attimo di esitazione, i tre scapparono, ognuno alla ricerca di cibo da offrire al povero mendicante.

 

Il Vecchio si sedette poggiandosi al tronco di un albero. Guardando il suo cielo, sorrise e pensò: "Questi sono animali buoni e sono curioso di vedere chi sarà il più generoso!".

 

Poco tempo dopo la scimmia tornò, portando con sé un carico di frutta. "Ecco", disse la scimmia, “Le banane e i frutti di bosco sono deliziosi. Prendi anche queste arance e queste pere, spero ti piacciano i miei doni!", e dispose così i suoi frutti ai piedi del mendicante.

 

“Grazie, amico mio. Sei molto gentile”, disse il mendicante, e prima che avesse finito di parlare, la volpe accorse nella radura. Portava con sé un pesce grasso e fresco tra i denti, e lo depose davanti al mendicante. Ancora una volta si inchinò.

 

"Amico mio", disse la volpe, "ti offro un pesce fresco per alleviare la tua fame. Spero sia capace di soddisfarti.”

 

"Anche tu sei gentile", disse il Vecchio. "Non ho mai saputo quanto fossero gentili gli animali della foresta".

 

"Certo che siamo gentili", disse la scimmia con orgoglio.

 

"E siamo molto abili nel trovare cibo", aggiunse la volpe.

 

Ora tutti e tre attendevano seduti il ritorno del coniglio.

 

Il coniglio nel mentre si affrettava in mezzo alla foresta, ma per quanto ci provasse, non riuscì a trovare del cibo per il mendicante. Decise così di tornare alla radura.

 

"Amico", gridò la scimmia, "Sei tornato!"

 

"Sì", disse tristemente il coniglio, "ma devo chiedervi di farmi un favore, cari amici. Per favore, fratello Scimmia, potrresti raccogliere della legna da ardere per me? E tu fratello Volpe, con questa legna da ardere potresti accendere un fuoco?”

 

La scimmia e la volpe si attivarono subito per fare ciò che aveva chiesto il loro amico, e il mendicante, seduto tranquillamente, li guardava meravigliato.

 

Quando il fuoco divampò, il coniglio si rivolse al mendicante. "Non ho nulla da offrirti, se non me stesso", disse. “Sto per saltare nel fuoco, e quando sarò arrostito, per favore banchetti con me. Non posso sopportare di vedertla soffrire per la fame.” Il coniglio piegò le ginocchia, preparandosi per il salto.

 

Il mendicante in un balzo gettò subito via il suo bastone, togliendosi il mantello. Si mise in piedi, alto e orgoglioso, e gli animali, assistendo a questa improvvisa trasformazione, cominciarono a tremare per la paura.

 

"Non aver paura", disse il Vecchio. “Vedi, Coniglio, io non sono un mendicante e ho visto che tu sei più che generoso. La tua gentilezza va al di là di qualsiasi prezzo, ma devi capire che non voglio assolutamente che tu ti faccia del male. Non voglio che ti sacrifichi per il mio bene. Ti porterò a casa con me, dove potrò vegliare su di te e assicurarmi che non ti venga mai fatto del male.”

 

Il Vecchio sulla Luna prese il coniglio tra le sue braccia e lo portò sulla luna.

La scimmia e la volpe guardarono con stupore, ma con un sentimento di gratitudine nel cuore, poiché non avrebbero augurato al loro amico nessun male, mai!

 

Ed è così che, se  guarderai attentamente la luna nei giorni durante i quali essa è piena e luminosa, potrai vedere il coniglio che vive lì in pace, aiutando il Vecchio a vegliare su tutti noi.”

 

in Giappone, il giorno in cui la luna è più luminosa è la fase della contemplazione della luna che viene considerata un periodo prezioso dell’anno.

 

Il Tsukimi Festival 月見 (guardare la luna), è una festa di origine cinese basata sul calendario lunare, introdotta in Giappone nel Periodo Heian, cade ogni anno in un giorno diverso e quest’anno (2023) è stato il 29 settembre: la luna piena sarà al massimo della sua luminosità, il momento sarà propizio per poter rendere grazie alla natura e ai doni del raccolto autunnale e approfittarne per vivere dei momenti di raccoglimento e riflessione, in vista del freddo inverno.

 

Un festival capace di evocare sensazioni nostalgiche ma, direi che non si tratta di una nostalgia negativa, anzi…di una vera e propria Natsukashii 懐かしい, una nostalgia dolce e poetica.

 

In Giappone si festeggia creando delle particolari decorazioni tradizionali  realizzate con 芒 susuki, un’ erba che si dice possa proteggere dal male, banchettando con cibi quali gli tsukimi dango, dei dolcetti a base di farino di riso. 

 

Alla luna verranno offerte patate, noci o edamame, pregando per un raccolto propizio.

 

Esiste un’emoticon dedicata a questa festa, è proprio lei: 🎑 raffigura appunto l’erba, gli tsukimi dango e la luminosa luna piena.

 

🐰Simbolo importante di questa festa è il carinissimo coniglio lunare di cui abbiamo parlato sopra, chiamato Tsuki no Usagi 月の兎.

 

 

Questa leggenda giapponese che si tramanda di generazione in generazione, contribuisce all’antica credenza secondo la quale i conigli provenissero proprio dalla luna.

 

Scopri qua sotto la mia Nuova Collezione Autunnale "Cosa vedi nella Luna?", ritroverai tra i protagonisti, un amico di cui tanto abbiamo parlato!  

 

 

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